L’orientamento della nuova architettura

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Oslo Skyline
“Oslo Skyline” by Adrian Hu is licensed under CC BY-NC-ND 2.0 

Dal 26 settembre prenderà il via la Triennale di Oslo, la più grande rassegna di architettura del Nord Europa, intitolata “Basta così: l’architettura della decrescita”. Il tema di quest’anno definisce l’orientamento della nuova architettura verso un futuro più equo e sostenibile. Un cambio di direzione più che mai necessario considerando che nel 2018 si sono registrati i massimi livelli di emissioni di CO2 della storia e che, in base all’ultimo rapporto del World Green Building Council, gli edifici e l’edilizia ne sono responsabili per il 39%. Il nuovo indirizzo, dunque, è costruire meno a favore della riconversione.

Ecco perché gli eventi si terranno in edifici recuperati: una banca dell’800 trasformata in museo, due centrali elettriche trasformate in think tank e scuola di architettura e design, un garage che ora è una galleria. Per gli allestimenti saranno utilizzati elementi da costruzione riciclati da cinque manifestazioni precedenti che alla fine avranno una futura collocazione. Un grande esempio di operazione scalabile che può essere applicato anche ai nuovi edifici: i materiali non dovrebbero essere acquistati, se possono essere presi in prestito. Un ritorno al passato, insomma, come accadde alla fine del XIX secolo quando, per esempio, una stazione ferroviaria fu costruita a partire da una vecchia caserma e che, a sua volta, fu salvata dalla demolizione e riconvertita in uno dei musei più famosi al mondo, il Musée d’Orsay.

Musee d'Orsay
“Musee d’Orsay” by Cyberslayer is licensed under CC BY-NC-SA 2.0 

“Suonerà romantico, ma vivere sulla Terra significa, di fatto, prendere qualcosa in prestito dalla collettività: chi non partecipa a questo processo di condivisione, contribuisce a distruggere quello che lo circonda”. Questo il pensiero e la visione del curatore Matthew Dalziel, giovane architetto canadese secondo il quale per portare avanti l’architettura come attività etica bisogna esercitare la “respons-abilità” intesa come <<abilità di rispondere al cambiamento attraverso nuove soluzioni>>. In questo processo gli architetti, in quanto membri della comunità creativa, hanno il potere di fare la differenza. I politici devono fare la loro parte, ma le persone devono poter immaginare il cambiamento perché questo sia possibile. E la Triennale di Oslo mostrerà come.

Fonte: https://www.ad-italia.it/luoghi/architettura/2019/10/08/architetti-basta-costruire-nuovi-edifici-il-futuro-e-la-decrescita/